Dialogo sull'Islam tra un padre e un figlio (Fazi, 2014)
Il Venerdì di Repubblica (Corrado Augias), 10-10-2014:
«I due coautori smentiscono molte idee
false, pigramente ripetute, sull’Islam: preconcetti che circolano in Italia e
in generale in Occidente tanto più dopo il mezzo fallimento delle cosiddette
“primavere arabe”...»
La Stampa (Roberto Gould), 18-10-2014:
«Dialogo che affronta, con chiarezza, non solo i rapporti tra Cristianesimo e Islam, ma quelli fra storie e culture, forme d’arte e di vita, padri e figli»
AnsaMed (Francesca Bellino), 16-12-2014:
«"Il libro non sostiene né una tesi, né due. E' un cercare insieme, un cercare socratico. E' parlare e ascoltare l'Altro per rimettere in discussione le proprie idee sulla base di quelle dell'Altro. Del resto la chiave del discorso religioso e' il dialogo", ha spiegato Dag Tessore per presentare un volume prezioso proprio per la sua struttura. E' un faccia a faccia colto e profondo su temi contemporanei e controversi che conduce nelle viscere dell'Islam, ma anche del cristianesimo e dell'ebraismo»
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Avvenire (Gerolamo
Fazzini), 31-8-2014:
«Il loro Dialogo sull’Islam tra un
padre e un figlio ha il merito di rispondere a molti dei quesiti che spesso
i tomi degli studiosi lasciano inevasi»
«Il bello del volume è che, specie sulla
scorta delle provocazioni di Alberto, vi trovano posto molte delle principali
tematiche che l’attualità ci propone, ivi comprese la Primavera araba e i suoi
contraddittori esiti, così come la sfida dell’integrazione dei musulmani in
Occidente»
«Un’opera della bella collana “Campo de’ fiori” diretta da Vito Mancuso per Fazi scritta in forma di dialogo tra il padre e il figlio che affronta l’islam a tuttotondo, tanto coraggiosa quanto ponderosa, che cerca di entrare nei territori impervi dell’esperienza e della tradizione religiosa del Medio Oriente arabo... 400 pagine di antidoto ai tanti pamphlet polemici (quando non facinorosi) che si trovano anche in edicola»
Dall’Introduzione
di Franco Cardini:
«Il problema che sovrasta queste pagine è il rapporto
dell’essere umano con il cosmo, il tempo, la “natura” (e/o il “creato”) e
insomma il complesso di visibilia e d’invisibilia che ci
circonda: e, su tutto, l’insondabile eppure onnipresente Mistero del Divino.
Qui si parla della voce di Dio: della Sua parola, affidata alla Scrittura; e
del Suo silenzio»
«Questo libro è piamente
impietoso... ci squaderna davanti senza pietà non solo la nostra ignoranza ma
soprattutto la miserabile inconsistenza della quale sono fatti i luoghi comuni
che animano le nostre certezze».
«Questo libro fa pensare.
Fino alle ultime pagine, come nel brano in cui Dag riflette che “la storia ci
insegna che là dove le religioni si sono eclissate o sono state represse altre
forme si sono sostituite a esse”»
«Dag, come Alberto con
soddisfazione riconosce, sa rimettere in discussione le sue convinzioni...
Senza questa umiltà e onestà intellettuale, non ci sono né libertà, né etica,
né cultura che tengano. Anzi, la sostanza di questo oscuro oggetto delle
chiacchiere di troppi, la “cultura”, è proprio questo: sapersi rimettere di
continuo in discussione ed essere in grado di farlo».
«Capire attraverso l’altro, aiutare l’altro a capire:
non convincere e meno che mai convertire».
Presentazioni pubbliche:
Fiera della Piccola e Media Editoria "Più Libri Più Liberi" (Roma 6-12-2014): incontro con gli autori, l'Imam YAHYA PALLAVICINI e ALESSANDRO ZACCURI di "Avvenire"
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